Ciò ha comportato un più stretto e più trasparente intreccio tra la storia massonica e quella collettiva e la frequente identità dei vertici della gerarchia massonica con quelli del potere politico, civile ed economico. Basti ricordare che, vera e propria officina naturale della leadership del Paese, la Massoneria statunitense ha annoverato numerosi presidenti.
Ma anche negli USA la Massoneria non ha potuto sottrarsi al confronto con la storia e affrontarne le contraddizioni. Se ne può per esempio ricordare il pronunciamento contro il Comunismo, nel 1948, che contrasta con il principio secondo il quale l’istituzione in quanto tale non può e non deve politicamente schierarsi. Perplessità ancora maggiori suscita la questione dei rapporti con la popolazione di colore. Per quanto giunta a dissociarsi da organizzazioni come il Ku Klux Klan, non si può dimenticare che, almeno dell’ala moderata, di esso fece parte quell’Albert Pike cui si deve la sistemazione dei gradi scozzesi ancora adottata negli USA. La tradizione razzista di alcuni Stati pesa ancora nella composizione delle relative logge, composte esclusivamente da bianchi anche se non vi sono preclusioni formali all’ingresso dei neri. Questi ultimi, d’altra parte, preferiscono confluire nelle Grandi Logge per sola gente di colore tutte denominate “Prince Hall”, dal nome di chi, alla fine del settecento, fondò la prima (e oggi sono trentanove).
Gli inevitabili condizionamenti ideologici cui è stato e forse è tuttora esposto il massone americano sono particolarmente evidenti in un personaggio che ha contribuito a cambiare lo stile di vita di tutto il mondo: Henry Ford (1863-1947), fondatore nel 1903 dell’omonima società automobilistica. Maestro massone della Loggia “Palestine” di Detroit, adattò l’etica massonica a una visione del mondo improntata all’élitarismo intellettuale (difese la catena di montaggio affermando tra l’altro che “per certi tipi di cervelli il pensare è proprio una pena”); interpretò riduttivamente il comandamento biblico “Non rubare” come il fondamento sacro della proprietà privata; arrivò, da posizioni opposte rispetto a quelle del Socialismo scientifico, a individuare nel lavoro la specificità positiva dell’uomo. Soprattutto promosse una violenta campagna antisemita, ottenendo che nel 1921 venisse approvata una legge restrittiva sull’emigrazione, avente anche lo scopo di contenere l’afflusso di Ebrei negli Stati Uniti d’America.
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Henry Ford |